lunedì, Dicembre 23

Indipendenza fa rima con Neutralità

Torniamo sempre su quella parola di grande valore: Indipendenza. E’ una parola con la maiuscola perché è importante e se lo merita.
Rappresenta un grande valore Istituzionale, da difendere, ad ogni costo, in primis contro chi dall’interno la sabota.

Sabotaggio è una parola forte, vicina a sovversione, può spaventare in un’epoca in cui è predominante il timore imposto da un certo pensiero unico.
Eppure è così, chi lavora per cambiare l’ordine delle cose definito dalla Costituzione e dalla Leggi è un sovversivo, vuole sovvertire l’Ordine Istituzionale.

Chi sceglie di fare il magistrato, il giudice, sceglie una funzione di enorme valore al servizio della GIUSTIZIA. Quest’ultima è definita dalle Leggi e non dalla loro interpretazione, ambito in cui purtroppo si assiste frequentemente ad interpretazioni sovversive. Giova un esempio: un adulto che palpeggia una bambina nelle parti intme per meno di dieci secondi non compie reato. Questa affermazione sovverte l’Ordine Istituzionale delle cose oppure no?

Allora veniamo a fatti odierni, scoppia un polverone istituzionale, il Presidente del Consiglio dei Ministri esprime sgomento nei confronti di una sentenza oggi ormai nota, quasi famigerata, e la giudice Apostolico, resposnabile del giudizio invita a non farne una questione personale.

Oggi pare emergano documenti che documentano la presenza della giudice in ambiti per niente istituzionali e lontanissimi dalla neutralità che impone il ruolo e la difesa dell’Indipendenza.
A questo proposito l’ANM si è subito fatta sentire e il presidente Giuseppe Santalucia ha aggiunto: “Si accentua la tendenza a giudicare la terzietà del giudice, che va valutata dentro il processo, andando dalla critica del provvedimento, che è legittima, allo screening della persona, cioè vedere chi è il giudice anzichè guardare quello che ha scritto. Sono preoccupato dalla china che si imbocca”

No caro Santalucia, è troppo comodo dire che la neutralità va valutata dentro il processo chi sceglie di fare il Giudice sceglie un ruolo di grande potere che non può assolutamente andare a braccetto con nessuna militanza. Se troppo doloroso può sempre dimettersi o evitare a priori di intraprendere quel percorso e darsi alla politica, all’oenngiismo, al blackblocchismo a tutto quello che preferisce in totale assoluta libertà. La stessa esigenza vale per per Gdf, CC, PS, Forestali, Polizia Penitenziaria per TUTTI quelli che assolvono un ruolo Istituzionale non derivante da elezione politica ed esercitante un qualche tipo di potere, a maggior ragione se con abilitaizoni coercitive come la privazione della libertà personale o la concessione della libertà personale a chi, per Legge, non dovrebbe più averla per un determinato periodo.

A questo proposito merita una lettura questa dichiarazione da un incontro di giugno alla Camera Penale di Roma. Dedicate tempo alle virgolette e pensate a quello che accade oggi lìeggendo questo articolo su Il Tempo.