domenica, Dicembre 22

La turbativa di processo non c’é rischio che si reiteri

Oggi riprendiamo un pezzo di Luciano Capone su Il Foglio che merita di essere sitentizzato nella domanda: C’é più rischio di reiterazione da parte dei politici rispetto ai magistrati?

La domanda potrebbe suonare scabrosa alle vergini vestali dell’Indipendenza ma trova il suo onesto spazio fra i pensieri delle persone normali. Perché si può decidere di mandare ai domiciliari un indagato che ricopre il ruolo di governatore di una regione e non uno che fa il magistrato? Il perché sfugge…

Abbiamo due casi celebri di magistrati, fra cui uno condannato che è importante rileggere:

Per anni c’è stato un pm a Trani e poi a Bari, Michele Ruggiero, imputato per violenza privata: minacciava i testimoni negli interrogatori. Nel suo caso i colleghi – a proposito di separazione delle carriere – non hanno mai intravisto un pericolo di reiterazione del reato. Ruggiero ha continuato a fare il pm per anni, dopo le tre condanne fino in Cassazione e anche oltre, persino dopo un provvedimento disciplinare del Csm. Nel frattempo arrestava sindaci che, solo perché indagati, erano costretti a dimettersi mentre lui, già condannato, poteva continuare a svolgere la sua funzione.

Perché Ruggiero era al di sopra delle regole? Perché poteva permettersi di usare metodi da criminale e nessuno si lamentava? Vien da pensare che un vero crminale non l’abbi aincontrato mai… diversamente il secondo riconoscendo in Ruggiero un collega avrebbe applicato le regole del loro mondo e magari gli avrebbe rifilato, almeno, una robusta manica di botte.

Il secondo caso, più celebre, è quello del pm Fabio De Pasquale della procura di Milano, che dopo aver perso clamorosamente il processo Eni-Nigeria è imputato a Brescia per aver nascosto delle prove importanti per la difesa. De Pasquale continua a fare il pm.
La turbativa d’asta si reitera, la turbativa di processo no. Ma com’è che con i politici il rischio di reiterazione del reato è più forte rispetto ai magistrati?
C’è una tara ontologica?

O c’é una tara e basta? Occhio che prima o poi si ad aizzare si incontra il tarato sbagliato. Speriamo non debba succedere per capire e piantarla.