sabato, Giugno 7

O bianco, o nero.

Da oggi Giovanni Brusca è un uomo libero. L’evento non è frutto di un regalo ma di una negoziazione, Brusca si è pentito e ha offerto contributi di straordinario valore per la lotta alla mafia.

https://www.corriere.it/cronache/25_giugno_05/giovanni-brusca-libero-falcone-capaci-83c110f4-f9e8-40a7-8416-fa7c40dc4xlk.shtml

segnaliamo anche questo pezzo, ma leggetelo dopo aver finito il nostro: https://left.it/2021/06/02/la-brusca-indignazione/

La notizia riaccende il dolore di chi soffre per gli omicidi eseguiti o ordinati da questo criminale. Un dolore che merita rispetto e ci impone di stare sull’attenti al solo sentir pronunciare il nome di chi è caduto adempiendo al proprio dovere, al solo sentir pronunciare il nome dei familiari che ogni secondo, da decenni, vivono con quel dolore. Fine pena mai.

Rispetto e gratitudine. Questi uomini e donne, le loro famiglie rendono la nostra amata patria un posto un poco migliore, e un giorno grazie ai tanti millimetri di miglioramento, molto migliore.

Eppure non ci basta. Chi da la notizia non si spende nello spiegare perché le cose vanno così, quali e quant risultati ha portato il pentimento del criminale Brusca. Mentre si offre il giusto e dovuto spazio alle parole di delusione e dolore.

Abbiamo scelto di prenderci il rischio di parlare di Giustizia senza militanza, vogliamo farlo anche oggi, assumendo una posizione che, lo anticipiamo, fatichiamo ad assumere ma crediamo sia l’unica allineata ai nostri valori. Prima di esprimerla pronunciamo a tutta voce un GRAZIE a chi ci difende e un ONORE a chiunque sia caduto per mano della mafia e nell’adempimento del proprio dovere.

O BIANCO O NERO.

Un sistema di regole e negoziazioni o negoziazione zero.

Cosa vogliamo? La negoziazione non ci piace? Vogliamo vendetta? Giusto, vendichiamoci!

Brusca ha sciolto nell’acido un figlio di altri? Sciogliamogli un figlio nell’acido.

Ha fatto saltare in aria uomini e donne della Polizia di Stato che facevano il loro dovere? Ammazziamogli moglie e parenti vari.

Ha torturato qualcuno? Torturiamolo anche noi!

Così avremo compensato il dolore costringedolo allo stesso dolore. Genitori, coniugi, parenti, tutti ristorati?

Attenzione perché se ci sembra troppo qualsiasi altra misura da NERO diverrà comunque BIANCO. “eh ma non è giusto…” Non è giusto perché soffriamo e lui non soffre, deve soffrire. Adesso è libero.

Ma lui non soffre? Non lo sappiamo? Ci interessa? Serve saperlo? Vogliamo sapere cosa pensa mentre si addormenta? Mentre cammina? Mentre siede in bagno? Si masturba? Fa la cacca? Ha paura per i suoi figli (nel caso sia riuscito a riprodursi e i figli lo frequentino ancora).

Non c’é una sfumatura, o siamo diversi o siamo uguali. Se siamo diversi scegliamo delle regole e le seguiamo, cerchiamo di comabttere un fenomeno anche raggiungendo degli accordi. Equilibrati, attenti, utili. Se così non è allora dagli al magistrato!

L’alternativa signore e signori è la guerra. Sì, la guerra alla mafia. Non la lotta. Mandiamo l’esercito in Sicilia, poi in Calabria, e poi ovunque pensiamo ci sia criminialità organizzata. Ordiniamo esecuzioni sommarie, come nelle Filippine con la guerra alla droga. Mafiosi, familiari, figli, nonni, parenti fino all’ennesimo grado, collaboratori, amici, gente che gli ha detto buongiorno. Guerra senza frontiere. Sterminiamoli. Tutti.

Ma prima chiediamoci, con rispetto se chi piangiamo sarebbe stato d’accordo. Chiediamoglielo, facciamolo sempre ritti sull’attenti, con tono rispettoso, e prepariamoci ad ascoltare una risposta che potrebbe farci vergnognare.