16 dicembre 2023, giorno del dolore per la cricca Amara-Armanna-Vella-Mazzagatti & co: Piero Amara e gli ex vertici Eni rinviati a giudizio: «Inquinarono i processi milanesi»
Chi l’avrebbe mai detto?! Sembra chiederselo anche Amara in questa immagine evocativa, quasi da crisi mistica. Eppure in tempi non sospetti (…) si scriveva della “madre di tutte le macchine del fango” c’é da dirlo, articoli a firma di penne non al servizio/da riporto di certi magistrati.
E così li abbiamo raccolti tutti intorno alle loro malefatte (supposte, naturalmente, fino a sentenza defintiva!) alle decine di milioni che le indagini indicano frutto di attività fraudolenta/truffaldina/imbroglionesca. E ora, dopo il palco offerto dai corsaggiosi magistrati “che hanno lavorato nonostante le intimidazioni” (rif. Proc. Greco) arrivano le legnate, i rinvii a giudizio e prima o poi, forse, la gabbia.
Vien da chiedersi come mai gente che muove decine di milioni dall’italia a Dubai come fossero monetine non si ritiene che possa fuggire per sottrarsi al giudizio. Gente che riesce a far evolvere il business di un’azienda da magazzino portuale a Oil Trading in un Amen, e che si dice anche protagonista di operazioni immobiliari da manovra finanziaria. Come mai, le misure cautelari valgono solo per certi manager in certe epoche? Magari se n’é fatto abuso (rif. Gabriele Cagliari parlando di Eni)? La domanda pare eversiva. Oppure no.
Giova riportare la documentazione, crediamo che come una foto possa valere più di mille parole!