sabato, Agosto 23

Condannati e felici

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Siamo stati poco attivi nei primi mesi di questo rovente 2025. Sia il meteo sia le fatiche professionali ci hanno messo a dura prova, hanno rubato il nostro tempo ma non fiaccato la nostra determinazione.

Oggi ci siamo presi la briga di riprendere in mano un tema a noi particolarmente caro, le sorti dei PM De Pasquale e Spadaro. Non è un fatto personale, come forse lor signori pensano, è semplicemente un fatto clamoroso di cui non riusciamo a non occuparci: una vergogna su uno dei casi giudiziari più imponenti e controversi degli ultimi vent’anni: OPL245 il processo del secolo contro Eni e Shell.

La vergogna, giova ricordarlo, non sta nelle accuse ma nell’infame conclusione del processo: i PM avevano nascosto delle prove a favore degli imputati. Non riusciamo ancora a trovare le parole… Non si fa… è qualcosa che scuote le radici più profonde del senso dello Stato e della Giustizia. E’ un po’ come la guardia che diventa ladro arraffando valori dal luogo che è stato incaricato di proteggere. E’ sconvolgente.

Ed è talmente sconvolgente che i nostri eroi sono Condannati e Felici, restando esattamente dov’erano prima a fare il lavoro che facevano prima.

La ferita si riapre con la pubblicazione del libro di Mohammed Bello Adoke presentato ieri su Channel TV di cui ha parlato La Veirtà lo scorso 9 luglio Luglio nell’articolo firmato da Alessandro Da Rold “Nigeriano assolto nell’inchiesta Eni fa barba e capelli al pm De Pasquale“.

Nell’articolo, che almeno col titolo riesce a strappare un sorriso, Adoke racconta di come la vicenda OPL245 sia frutto di una vendetta personale trasformatasi in carro per vari personaggi “The Global Witness” a cui si aggiunsero poi l’italiana ReCommon e l’inglesissima The Corner House. Anime belle costituitesi parti civili a fianco di un PM che ha diretto indagini e processo del secolo fino a farsi beccare con le mani nel sacco. Anzi con la cassetta nel cassetto.

Il racconto di Adoke merita di essere ascoltato e meritano di essere ascoltate (lette) le notizie su altri magistrati che dopo essere stati condannati in primo grado sono stati sia trasferiti sia forzati a un cambio di ruolo. Da PM a giudici civili.

Ecco che Ruggiero e Pesce della Procura di Trani, nel maggio 2023, vengono trasferiti ma solo dopo la condanna definitiva.

Alfredo Robledo, in realtà trasferito per questini di politica interna, e recentissimo il trasferimento di Gianfranco Colace, da PM di Torino a Giudice civile a Milano.

Stante che non si capisce perché i condannati debbano tutti arrivare a Milano (c’é una ragione??) resta incompransibile come la gravità e la visibilità mondiale del vergognoso illecito già condannato dei nostri eroi non abbia determinato la necessità di mandarli ad occuparsi di decreti ingiuntivi e altre amenità in cui, forse, potranno fare danni meno grandi in attesa della radiazione.