domenica, Dicembre 22

MD vs. MLN. Compattiamoci Compagni!

Come non commentare le roboanti dichiarazioni di questi giorni? Nordio, Salvini, Meloni e via tutto il resto. Sul fondo continua esserci sempre lo stesso problema, i magistrati che vivono la propria appartenze a Magistratura Democratica come una militanza politica.

Dobbiamo capirli, hanno combatutto processi con Berlusconi per una vita, finalmente se lo sono levati dalle palle (per alcuni un vuoto incolmabile) e arriva una che rompe le uova nel paniere peggio di lui. Peggio perché non è ricattabile, non fa festini, non ha un passato imprenditoriale, non ha altri interessi, vuole cambiare le cose in un modo che non piace a chi non si limita a fare il proprio lavoro ma si erge a gridare al pericolo per l’indipendenza al passo del “si fa solo quel vogliamo noi.”

E’ doloroso trovarsi soli di fronte a qualcuno che non può essere massacrato di inchieste come fatto con altri, è doloroso vedere sfumare tanti anni di militanza, impegno, battaglie, credo, sentenze. Tanta fatica per niente.

Ci chiediamo anche noi se il CSM avrù le palle di attivarsi e chiedersi se un magistrato può scrivere quello che ha scritto Paternello. E’ possibile? Siete sicuri?

Mail Procuratore Cassazione Patarnello ai giudici di Magistratura Democratica contro Meloni. “E’ un pericolo più forte di Berlusconi, bisogna porre rimedio”

AgenPress – “Giorgia Meloni è pericolosa, bisogna porre rimedio”. È questo il contenuto della mail  scambiata tra esponenti di Magistratura Democratica, la corrente di riferimento della sinistra e del Pd in particolare e l’Anm, l’associazione nazionale magistrati.

A scrivere la mail, alle 18.32, di sabato 19 ottobre, a una nutrita mailing list di giudici schierati, è il sostituto procuratore della Cassazione, Marco Patarnello, una delle voci più autorevoli della corrente dem della magistratura. L’oggetto era il seguente: “Non convalida trattenimento migranti in Albania”.

“Indubbiamente l’attacco alla giurisdizione non è mai stato così forte, forse neppure ai tempi di Berlusconi. In ogni caso oggi è un attacco molto più pericoloso e insidioso per molte ragioni. Innanzitutto perché Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte. E rende anche molto più pericolosa la sua azione, avendo come obiettivo la riscrittura dell’intera giurisdizione e non semplicemente un salvacondotto”.

Nella mail, si legge, facendo riferimento alle inchieste effettuate dagli anni Novanta “la magistratura è molto più divisa e debole rispetto ad allora” ed è “è isolata nella società. A questo dobbiamo assolutamente porre rimedio. Possiamo e dobbiamo farlo. Quanto meno dobbiamo provarci. Sull’isolamento sociale non abbiamo il controllo ma sul tema della compattezza interna possiamo averlo. Non è accettabile chinare le spalle ora o che qualcuno si ritagli uno spazio politico ai danni dell’intera magistratura”. Come corollario, aggiunge, “anche l’accesso a un’informazione decente è ancora più difficile dell’era di Berlusconi. Quindi il pericolo per una magistratura e una giurisdizione davvero indipendente è altissimo”.

“Non dobbiamo fare opposizione politica ma dobbiamo difendere la giurisdizione e il diritto dei cittadini a un giudice indipendente. Senza timidezze. Dobbiamo pretendere che il Csm apra un dibattito al proprio interno e deliberi una reazione chiara e netta. Che anche l’Anm mostri il proprio approccio unitario e fermo”.

“Dobbiamo essere uniti e parlare con chiarezza. Non dobbiamo fare opposizione politica ma dobbiamo difendere la giurisdizione e il diritto dei cittadini a un giudice indipendente. Senza timidezze. Dobbiamo pretendere che il Csm apra un dibattito al proprio interno e deliberi una reazione chiara e netta. Che anche l’Anm mostri il proprio approccio unitario e fermo. Ho sentito un buon Santalucia, pacato ma piuttosto chiaro. Vorrei che si sentisse chiaramente che rappresenta tutta la magistratura. Non possiamo fare molto ma essere uniti, tenere la schiena dritta e parlare con chiarezza questo sì”.