lunedì, Dicembre 23

Cristo si è fermato a Eboli, Capristo si è fermato a Trani.

Oggi è particolarmente complesso per questo gruppo di lavoro lo sviluppo di un’occhiello sul pezzo che segnaliamo. La difficoltà è legata a un sentimento semplice: il dolore.
Per chi crede nelle Istituzioni, nella Giustizia, nel senso del Dovere, nell’Integrità si può provare solo dolore profondo nel leggere le due cartelle di oggi di Luciano Capone sul Foglio.
Ne raccomandiamo la lettura esclusivamente a chi ha voglia di passare il resto della giornata (ottimisticamente) con la nausea.
C’é tutto il peggio che ci si potrebbe immaginare in un B-Movie complottista. Il problema vero è che non siamo al cinema è questa è la dura, preoccupante, reatà.
Il protagonista del pezzo è il PM Capristo e la sua carriera, iniziata a Bari, tutta nel segno del suo debutto sui grandi media, l’arresto di Pinto, ex-gestore del Petruzzelli di Bari che fu indicato colpevole da un moribondo a cui fu estorta una verità fatta di grugniti a poche ore dalla sua morte. La morte di un essere umano e la morte della Giustizia. Pinto fu assolto dopo 20 (V E N T I) anni per non aver commesso il fatto.
Il rampante giovane piemme viene promosso per tanta arguzia investigativa con l’incarico di Procuratore di Trani. Lì prosegue l’ardimento, indagini su complotti internazionali orditi dalle agenzie di rating costruiti non si sa su cosa, forse dopo i grugniti su flatulenze, visto che TUTTO finì in un assordante “il fatto non sussiste”. E la storia prosegue, fino a oggi. Il CSM approva, i piemmoni anche, i giornaloni pure. Leggetelo tutto e quando arrivate alla chiusura e al sostegno di oggi offerto da Maria Casellati prendete un alka selzer e cercate di non farvi troppe domande che non hanno ancora una risposta.

https://www.ilfoglio.it/giustizia/2024/01/24/news/il-caso-capristo-e-il-collasso-della-repubblica-dei-pm-6130046/